OGM: una nuova tecnologia che ha avuto troppo successo
Il termine Organismi Geneticamente Modificati non
è un termine usato dalla comunità scientifica in quanto troppo generico. OGM
viene correntemente utilizzato dai media per descrivere solo una particolare
modifica del patrimonio ereditario e solo quando questa si applica al mondo
vegetale. In realtà esistono molti modi di modificare il patrimonio genetico di
un organismo e l’uomo usa molti mezzi da tanti anni per piegare batteri,
lieviti, piante ed anche virus alle sue esigenze. Gli OGM sono in realtà solo il
termine usato dai mezzi di comunicazione di massa per descrivere piante in cui
sono stati trasferiti uno o pochi geni per trasformare cellule o tessuti
vegetali.
Essendo quindi un termine di principale uso giornalistico usato quasi sempre per indurre paure e talvolta vere e proprie fobie nel pubblico, non è strano che siano nate delle altre definizioni mediatiche di OGM quali: Organismi Giornalisticamente Modificati ovvero Ottuse Guerre Mediatiche.
In realtà alla pessima immagine pubblica che evocano gli OGM non corrispondono nè documentati problemi ambientali nè problematiche di tipo sanitario anzi, come recita la dichiarazione del commissario Europeo alla Ricerca Philippe Busquin, gli OGM “sono ancora più sicuri” delle piante coltivate in maniera tradizionale da cui derivano.
Per cercare di colmare l’enorme distanza che intercorre tra la percezione pubblica degli OGM ed il loro uso quotidiano è necessario affrontare tutte le questioni che questa tecnologia suscita analizzando sinteticamente le questioni che provocano tanto timore nel pubblico dei non addetti ai lavori.
Essendo quindi un termine di principale uso giornalistico usato quasi sempre per indurre paure e talvolta vere e proprie fobie nel pubblico, non è strano che siano nate delle altre definizioni mediatiche di OGM quali: Organismi Giornalisticamente Modificati ovvero Ottuse Guerre Mediatiche.
In realtà alla pessima immagine pubblica che evocano gli OGM non corrispondono nè documentati problemi ambientali nè problematiche di tipo sanitario anzi, come recita la dichiarazione del commissario Europeo alla Ricerca Philippe Busquin, gli OGM “sono ancora più sicuri” delle piante coltivate in maniera tradizionale da cui derivano.
Per cercare di colmare l’enorme distanza che intercorre tra la percezione pubblica degli OGM ed il loro uso quotidiano è necessario affrontare tutte le questioni che questa tecnologia suscita analizzando sinteticamente le questioni che provocano tanto timore nel pubblico dei non addetti ai lavori.
Gli OGM cosa sono
Gli OGM sono per prima cosa un prodotto
industriale e non un prodotto tipico che si possa incontrare nei mercatini
rionali. Sono sostanzialmente 4 le piante geneticamente migliorate che vengono
oggi coltivate al mondo e tutte sono prodotte a milioni di tonnellate e vengono
normalmente descritte come “commodity”, appunto per chiarire che si tratta di
produzioni industriali. Si tratta di soia (il 57% della soia mondiale è da OGM),
mais (25%), cotone (13%) e colza (5%). Sono coltivate nei 5 continenti, in
particolare nei grandi Paesi agricoli mondiali come USA, Brasile, Argentina,
Canada, India, Cina e Sudafrica. Nel 2007 sono stati coltivati nel mondo oltre
112 milioni di ettari con piante ingegnerizzate. Per paragone, tutte le piante
coltivate in Italia coprono una superfice di 13 milioni di ettari. Le prime
coltivazioni di piante transgeniche risalgono al 1994 e l’aumento di superfici
coltivate è mediamente oltre il 10% all’anno. Questo è uno dei grandi problemi
della tecnologia degli OGM. Mai nella storia dell’agricoltura mondiale una
tecnologia si è sviluppata tanto rapidamente, su superfici così vaste, in così
tanti continenti. L’arrivo di una tecnologia innovativa cambia gli equilibri dei
mercati e mette fuori gioco aziende sementiere, industrie chimiche ed imprese
per la produzione di macchine agricole che non sono funzionali alla nuova
tecnologia. Insomma il problema è anche che gli OGM hanno avuto troppo successo
ed hanno dato fastidio a troppi attori che controllavano nicchie di mercato. Per
una trattazione più esaustiva sulle spericolate operazioni finanziarie che hanno
portato a concentrare nella mani della Monsanto, S.Louis una enorme massa di
brevetti biotecnologici e alla acquisizione di molte altre aziende del
settore, si rimanda alla lettura del libro di Anna Meldolesi, OGM: storia di un
dibattito truccato, Einaudi. In queste scalate la Monsanto ha avuto il più
paradossale ed inaspettato aiuto proprio dalle organizzazioni ambientaliste
multinazionali, con Greenpeace in testa, che da sempre ne hanno avversato
l’ascesa. Entrambe le fazioni in lotta hanno richiesto infatti una
“sovraregolamentazione” sulla validazione delle licenze sugli OGM. La richiesta
di Greenpeace e soci era quella di aumentare a dismisura le analisi di sicurezza
alimentare nell’ottica di:
- dimostrare la pericolosità alimentare degli OGM;
- ritardarne la diffusione e commercializzazione;
- insinuare paure ed ansietà nei cittadini.
Oggi si stima che servano circa 50 milioni di euro per commercializzare un prodotto da OGM dimostrando così come questi restino dei prodotti prettamente industriali.
Altri dettagli sugli organismi geneticamente modificati sono reperibili sul sito web: http://www.organismigeneticamentemodificati.it/