Sin dalla fondazione, la sua caratteristica principale è stata quella di garantire un’adeguata copertura e segretezza agli iniziati di maggior importanza, sia all’interno che al di fuori dell’organizzazione massonica. Per tale motivo la loggia, ribattezzata “Propaganda due” nel secondo dopoguerra, fu sempre alle dipendenze dirette del Gran maestro dell’Ordine sino all’avvento di Licio Gelli. Quest’ultimo venne prima delegato dal Gran maestro Lino Salvini a rappresentarlo in tutte le funzioni all’interno della loggia (1970), poi ne fu nominato Maestro venerabile, cioè “capo” a tutti gli effetti (1975).
Nel periodo della maestranza di Gelli,
Il 17 marzo 1981 i giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone, nell'ambito di una inchiesta sul presunto rapimento dell'avvocato e uomo d'affari siciliano Michele Sindona, fecero perquisire la villa di Gelli ad Arezzo, "Villa Wanda", e la fabbrica di sua proprietà (la "Giole" a Castiglion Fibocchi presso Arezzo – divisione giovane di "Lebole"); l'operazione, eseguita dalla sezione del colonnello Bianchi della Guardia di Finanza, scoprì fra gli archivi della "Giole" una lista di quasi mille iscritti alla loggia P2, fra i quali il comandante generale dello stesso corpo, Orazio Giannini (tessera n. 832). Lo stesso Michele Sindona comparve nella lista degli iscritti alla P2, confermando le intuizioni dei giudici istruttori. Il colonnello Bianchi resistette a vari tentativi di intimidazione, in quanto erano ancora al potere gran parte delle persone che ivi erano citate, e trasmise la lista agli organi competenti.
Il Presidente del Consiglio Arnaldo Forlani attese il 21 maggio 1981, prima di rendere pubblica la lista degli appartenenti alla P2, che comprendeva i nominativi di 2 ministri allora in carica (Enrico Manca, PSI e Franco Foschi, DC) e n. 5 sottosegretari (Costantino Belluscio, PSDI; Pasquale Bandiera, PRI; Franco Fossa, PSI ; Rolando Picchioni, DC e Anselmo Martoni, PSDI, quest'ultimo - peraltro - citato come "in sonno", cioè dimissionario).
Una volta diffusa, la lista divenne presto memorabile. Tra i 962 iscritti (molti dei quali negheranno il loro coinvolgimento nella loggia), spiccavano i nomi di 44 parlamentari (compresi i succitati componenti del governo in carica ), un segretario nazionale di partito (PSDI), 12 generali dei Carabinieri, 5 generali della Guardia di Finanza, 22 generali dell'esercito italiano, 4 dell'aeronautica militare, 8 ammiragli, vari magistrati e funzionari pubblici, ma anche di giornalisti, personaggi legati al mondo dello spettacolo ed imprenditori come Silvio Berlusconi (a quel tempo non ancora in politica), Vittorio Emanuele di Savoia, Maurizio Costanzo, Alighiero Noschese (morto suicida più di due anni prima della scoperta della lista), Claudio Villa, Paolo Mosca e il personaggio televisivo professor Fabrizio Trecca (capo gruppo); in compagnia di Michele Sindona e Roberto Calvi, Umberto Ortolani, Leonardo Di Donna (presidente dell'ENI) e Duilio Poggiolini, insieme a tutti i capi dei servizi segreti italiani e ai loro principali collaboratori.
Fra i generali, la stampa fece più volte il nome di Carlo Alberto Dalla Chiesa, sebbene risultasse solo un modulo di iscrizione firmato di suo pugno e nessuna prova di un'adesione attiva.
Essendo i nomi oltre 1000 , abbiamo preferito dividerli per una migliore consultazione, clicca sulle iniziali per leggere la relativa lista.
ACC-BAD BAG-BIS BIS-CAP CAP-CIA
CIC-DAR DAV-DID DIF-FRA FRA-GRA
GRA-LIZ LOL-MAZ MAZ-NOC NOS-PES
PET-RIZ RIZ-SIN SIN-TRI TRI-ZUC