Hunza, un popolo ultracentenario
Esiste un popolo asiatico molto particolare, infatti questa misteriosa popolazione, riesce a vivere ben oltre i cento anni quale sara il mistero che li differenzia da tutti gli altri abitanti del mondo,
Da sempre tutti quanti siamo affascinati dalla vita eterna, anche se da molti è descritta come una maledizione, e tutti sappiamo che non è possibile vivere in eterno. Tutti quanti noi cerchiamo di migliorare sempre le nostre condizioni di vita, in modo da poter vivere meglio e più a lungo. Esiste però un popolo che vive più a lungo di tutti gli altri, è il popolo degli Hunza: questa popolazione non solo vive in media oltre cento anni, ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative come, il cancro e le malattie del sistema nervoso. Gli Hunza vivono al confine nord del Pakistan: all’interno di una valle sulla catena Himalayana, e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.
Ebbene, gli Hunza, senza l'ausilio della nostra scienza, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre gli ottant'anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre ottantenni.
Ebbene, gli Hunza, senza l'ausilio della nostra scienza, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre gli ottant'anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre ottantenni.
Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità, paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre. Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”.
L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i diecimila abitanti Hunza per tutto l’anno. Gli Hunza, digiunano anche per settimane intere, per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto. Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Un Hunza può andare camminare tranquillamente per duecento km a passo spedito senza mai fermarsi. Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori. Un'altro elemento fondamentale per la forza e la longevità di questo popolo è la composizione dell'acqua, che si trova in questa zona. Dopo diversi studi effettuati, emerse che l’acqua che bevevano gli Hunza, possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Quello che questi fattori apportavano alla longevità degli Hunza era sorprendente.
Un Hunza può andare camminare tranquillamente per duecento km a passo spedito senza mai fermarsi. Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori. Un'altro elemento fondamentale per la forza e la longevità di questo popolo è la composizione dell'acqua, che si trova in questa zona. Dopo diversi studi effettuati, emerse che l’acqua che bevevano gli Hunza, possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Quello che questi fattori apportavano alla longevità degli Hunza era sorprendente.
Tuttavia oggi il territorio degli Hunza è stato intaccato dalla società “evoluta”, anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.
Esistono numerose considerazioni da poter fare in merito, a quello che gli Hunza rappresentano. Infatti alcune domande sorgono spontanee,
esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in tempo”?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole, che: come gli Hunza, con le loro tradizioni i loro modi di vivere, anche inconsapevolmente, avevano trovato un sistema per ingannare la morte e migliorare l'aspettativa della loro vita.
esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in tempo”?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole, che: come gli Hunza, con le loro tradizioni i loro modi di vivere, anche inconsapevolmente, avevano trovato un sistema per ingannare la morte e migliorare l'aspettativa della loro vita.