2012-02-24
La dieta che funziona
Amare il proprio corpo e migliorare la percezione di sé e della propria immagine. Sono questi i segreti per riuscire a seguire una dieta e ottenere i risultati sperati. Lo dimostra uno studio condotto da ricercatori della Universitade Técnica di Lisbona e della Bangor University (UK), in corso di pubblicazione su International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity.
Più di un quarto della popolazione inglese e più di un terzo di quella americana è obesa; in Italia la percentuale di persone gravemente sovrappeso cresce ogni anno. L’obesità, in particolare, è una condizione grave perché aumenta il rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari, e può significativamente diminuire l’aspettativa di vita.
Lo studio anglo-portoghese è stato condotto su donne sovrappeso e obese inserite in un programma annuale di dimagrimento. Le partecipanti sono state divise in due gruppi: al primo – quello di controllo – sono state fornite informazioni generali sulla buona alimentazione, sulla gestione dello stress e sull’importanza di prendersi cura di sé; il secondo, invece, ha partecipato a 30 sessioni di gruppo, una volta a settimana, in cui si affrontavano temi come l’esercizio fisico, la fame nervosa, il miglioramento dell’immagine del proprio corpo e l’identificazione degli ostacoli personali che impediscono la perdita di peso.
Grazie a questionari e colloqui, i ricercatori hanno scoperto che le donne di quest’ultimo gruppo avevano migliorato la percezione del proprio corpo e consideravano meno problematici il loro stato di forma e le loro misure "extralarge". E, ancora più importante, erano state maggiormente in grado di auto-regolarsi nell'assunzione di cibo ed erano dimagrite di più – perdendo circa il 7% del loro peso di partenza – rispetto al 2% del gruppo di controllo.
“I nostri risultati - ha concluso Pedro J Texeira, a capo del gruppo di ricerca - mostrano una forte correlazione tra il miglioramento dell’immagine del proprio corpo, la riduzione dell’ansia dell’opinione altrui, e i cambiamenti positivi nell’alimentazione”.